mercoledì 10 agosto 2011

UFO e aerei nell'antica India

Per qualche anno ho letto con grande piacere dei testi religiosi indiani. Con grande sorpresa ho scoperto dei passaggi che descrivevano dei velivoli in grado di volare su altri pianeti e di armi di distruzione di massa che molto assomigliavano a quelle atomiche.
Di seguito vi incollerò degli stralci di componimenti poetici non compilati da me che li estrapolano dai suddetti testi:

Nella letteratura Vedica, sono molte le descrizioni di macchine volanti chiamate Vimana. Il poema epico nazionale indiano, il Mahabharata è un opera lunga e complessa. Non sono rimaste prove (archeologiche) della tecnologia aerospaziale indiana antica, ma i riferimenti a macchine volanti sono comuni negli antichi testi vedici. Molte di queste opere descrivono il loro uso in guerra. 

La scuola europea considera la civiltà umana come qualcosa di recente cominciata ieri da qualche parte in Africa, e finita oggi con la scoperta dell’atomo, concependo la cultura antica come primitiva e selvaggia. È una “superstizione moderna” quella di pensare che l’avanzare verso la conoscenza sia qualcosa di lineare. 

La menzione di aeroplani, ricorre molte volte in tutta la letteratura Vedica. Il verso che segue (tratto dallo Yajur-Veda), descrive il movimento di una di tali macchine:
Yajur Veda, 10.19 “O ingegnere specializzato, tu che progetti navi oceaniche, spinte da motori ad acqua come quelli usati nei nostri aeroplani, che danno la capacità di alzarsi in verticale oltre le nubi e viaggiare in tutta la regione. Sii tu, prosperoso in questo mondo e vola attraverso l’aria e attraverso la luce”
Il Rg Veda, il documento più antico della storia descrive alcuni di questi mezzi di trasporto:
  • Jalayan – è un veicolo progettato per muoversi sia in aria che in acqua… (Rig Veda 6.58.3)
  • Kaara – è un veicolo progettato per muoversi sia sulla terra che in acqua… (Rig Veda 9.14.1)
  • Tritala – è un veicolo progettato per muoversi nei tre elementi... (Rig Veda 3.14.1)
  • Trichakra Ratha – è un veicolo a tre motori progettato per muoversi nell'aria…(Rig Veda 4.36.1)
  • Vaayu Ratha – è una veicolo sospinto da un motore ad aria… (Rig Veda 5.41.6)
  • Vidyut Ratha – un veicolo sospinto da un motore potentissimo…è (Rig Veda 3.14.1).
Il termine Kathasaritsagara indica operai altamente specializzati, questi potevano essere dei Rajyadhara, esperti in meccanica e in grado di costruire navi oceaniche o dei Pranadhara, esperti nel fabbricare macchine volanti capaci di trasportare oltre 1000 passeggeri. I testi affermano che queste macchine erano capaci di coprire in pochi istanti lunghissime distanze.

citazione:

Secondo Dott. Vyacheslav Zaitsev: “il Ramayana racconta molte storie di astronavi celestiali, dotate di due motori e molte finestre che rombano nel cielo e che sono così veloci che sembrano comete. Il Mahabharata e altri libri in sanscrito descrivono dettagliatamente queste astronavi come dotate di motori a fotoni che sfruttando la luce, potevano librarsi nell’aria e raggiungere altri pianeti del sistema solare e andare oltre verso le stelle...”.



Appunti puranici sulle antiche macchine volanti

L’Arthasastra di Kautilya (III secolo a.C.) menziona fra gli uomini d’affari e tecnocrati, i Saubhikas o piloti che conducono gli aeroplani in cielo. Saubha era il nome della città aeroportuale del Re Harishchandra e la radice di “Saubika” indica una persona in grado di volare o che sa come pilotare un velivolo. Il saggio Kautilya usa un’altra parola significativa “Akasa Yodhinah” la cui traduzione è: persone addestrate per il combattimento aereo. L'esistenza di carri aerei, di qualsiasi forma, era così nota che trovò posto fra gli editti reali dell’Imperatore Asoka che fu giustiziato durante il suo regno da 256 a.C. Il Vaimanika Shastra, fa riferimento ad altre 97 autorevoli opere di cui almeno 20 di questi libri, spiegavano i meccanismi delle macchine volanti, purtroppo questi testi sembrano andati irrimediabilmente perduti. Lo Yuktikalpataru di Bhoja, include un appunto sulle macchine volanti nei versi 48-50. Questo confermato da un commento all’opera datato 1870 D.C., che appartiene all’Università di sanscrito di Calcutta. Siamo quindi in possesso di materiale manoscritto che testimonia l’esistenza di Vimana o aerei nell’India antica i quali seguivano la rotta occidentale, verso il Mare Arabico, l’Africa, Oceano Atlantico, l’America Latina, ecc., e queste erano solo le rotte più brevi...

E se gli antichi indiani potevano vantarsi di una forma di viaggio attraverso il cielo, questo fa si che le linee di Nazca in Perù acquisiscano un altro significato. Quindi non solo referenze scritturali di aerei e le loro rotte di navigazione, ma anche i luoghi di atterraggio sarebbero stati segnalati nei contorni aggrovigliati delle figure della Pampa di Nazca. Maria Reiche, una scienziata tedesca, studiò con dedizione e a fondo questi disegni, li preservò dalla distruzione e li pubblicò di fronte al mondo. È probabile che le figure enormi che sono visibili dal cielo avrebbero aiutato gli antichi piloti (Saubhikas) dell’India per sbarcare in Perù. Le linee di Nazca in Perù sembrano dei segnali di atterraggio per aerei precolombiani. Ci sono molti indizi nei testi in lingua sanscrita sul Vimana indiano che porta re e dignitari a Pataldesa. Il Ramayana descrive il volo di Ravana da Varunalaya (Borneo) a Rasatala (Perù).
Il Professor D. K. Kanjilal descrive la storia del Matsya Purana (capitolo 129) e dei Vimana dell’India Antica con le seguenti parole: “Dietro al velo di leggenda esce la verità scientifica che tre basi aeroportuali furono costruite ed usate da strani esseri. Una in un orbita stazionaria, un altra mobile nel cielo e la terza collocata permanentemente sulla superficie terrestre. Queste erano simili alle moderne stazioni spaziali raggiungibili ad una particolare ora da una latitudine e longitudine prefissata. La freccia di Shiva (di cui parla il testo), si riferisce ad un missile ardente lanciato da un satellite in orbita che va a colpire una nave spaziale facendola cadere nell’oceano indiano. Le vestigia di un antica civiltà prosperosa, distrutta in battaglie, affiora attraverso queste antiche storie”.
Questi appunti confermano l’uso di qualche genere di veicolo volante noto come Vimana di invenzioni meccaniche, carri armati, missili, ecc.

Le macchine volanti furono designate nel Rig Veda col nome di Ratha (veicolo). Ecco come viene generalmente descritto. La sua forma è triangolare ed è pilotato da almeno tre persone (Tribandhura). Possiede tre ruote (che probabilmente rientrano durante il volo). Il carrello possiede tre supporti, uno per ruota. Il materiale di costruzione è composto da una lega di oro, argento e ferro. La carrozzeria e tenuta insieme da speciali ribattini. Usa tre tipi di combustibile, viaggia molto veloce sfrecciando come un uccello nel cielo volando alto verso il Sole e la Luna e al suo atterraggio emette un grande frastuono. I testi vedici, affermano che il suo colore è simile a quello dell’oro e bello da vedersi.

 Riferimenti dalla letteratura antica

Secondo il Professor Dileep Kumar Kanjilal nel suo libro, “Vimana nell’India Antica”:
citazione:

Vimana nell’India Antica “oltre al Vaimanika Shashtra, il Samarangana Sutradhara e lo Yuktikalpataru di Bhoja, ci sono circa 150 versi nel Rigveda, nello Yajurveda e nell’Atharvaveda, molti passaggi letterari che appartengono al Ramayana, al Mahabharata, ai Purana, al Bhagavata ed al Raghuvamsa e degli spunti nel Darma Abhijnanasakuntalam di Kalidasa, nell’Abimaraka di Bhasa, nel Jatalas, nella Letteratura di Avadhana, nel Kathasaritsagara e in molte di queste opere sono contenuti grafici di macchine volanti, spiegazioni riguardo al loro funzionamento e descrizioni delle rotte di volo..."


Il Ramayana usa entrambi i termini di “Vimana” e “Ratha”:

citazione:

Dal Ramayana (Kamagam ratham asthaya... nadanadipatim…) "Egli Sali a bordo del Khara (aeroplano) che era decorato con gioielli e visi oscuri e si allontanò con un rumore che assomiglia al tuono delle nubi durante un temporale... Lei potrà andare dove vuole, dopo che io e Sita attraverso un volo aereo avremo raggiunto l’isola di Lanka… Quindi Ravana e Maricha salirono a bordo del loro aereo (Vimana), grande quanto un palazzo e lasciarono quel luogo. Poi quegli esseri, fecero salire Sita sull’aereo e si diressero verso la foresta di Ashoka e dall’alto le fu mostrato il campo di battaglia. Quell’aereo, con grande frastuono si era innalzato nel cielo."


Riferimenti ad aerei e ad astronavi, li possiamo trovare anche nel Mahabharata. Il libro parla di queste macchine volanti, descrivendo circa 41 avvistamenti in luoghi diversi e in modo particolare parla dell’attacco di Salva all’antica capitale indiana (Dwaraka).

citazione:

Dal Mahabharata "Il re Salva aveva possedeva una aereo noto come Saubha-pura, con il quale bombardò Dwaraka con una pioggia di bombe e missili… Krishna l’inseguiva, Salva si diresse verso l’Oceano, poi con una virata raggiunse di nuovo la terra ferma. Fu una lotta difficile, una battaglia ad un Krosa (approssimativamente 12000 metri) di altezza sopra del livello del mare… Krishna lanciò un potente missile che colpì l’aereo, il quale si frantumò e precipitò in mare"


Questa vivida descrizione dell'attacco aereo all’antica capitale indiana è descritto anche nel Bhagavata Maha Purana. Dove troviamo dei riferimenti a missili, sofisticate macchine da guerra e invenzioni meccaniche, molto simili ai Vimana descritti nel Mahabharata.


A sinistra il disegno del Sundara Vimana (sezione verticale).

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