Ho trovato "per caso?" questa giovane promessa che forse meglio di altri sa esprimere ciò che il" movimento dal basso" sta facendo emergere un giorno dopo l'altro.
Ascoltiamolo, gustiamocelo, riflettiamo...
Il documentario che sto per incollarvi parla di Rebeka Hoskin, nata nel Deavon, Inghilterra, figlia di contadini.
In questo documentario, autobiografico, parla della vita della propria famiglia, del lavoro duro nei campi che negli anni è diventato più leggero grazie a numerose macchine agricole e a semi resistenti, pesticidi e concimi, ma anche della scarsa soddisfazione economica legata a questo lavoro.
E' una donna che ama la terra da cui proviene,ma che ha compreso che il petrolio dal 1981 ha smesso di coprire il fabbisogno mondiale. Purtroppo dal petrolio non dipende soltanto il traffico, ma ogni materiale plastico, i concimi, i pesticidi che danno da mangiare in abbondanza a buona parte del mondo. Senza questo prezioso elemento ci stiamo avvicinando ad una catastrofe mondiale legata ad una possibile carenza alimentare. Può accadere fra 10 o magari 20 anni,ma gli scienziati sono chiari in merito: accadrà.
Tuttavia non bisogna darsi per vinti. Il mondo è infinitamente bello e vario e ha in serbo numerose sorprese e soluzioni che basta aprire gli occhi per scoprire. Ecco che ancora una volta la soluzione parrebbe essere la Permacoltura. Una natura rigogliosamente feconda e solo apparentemente disordinata e pur tuttavia estremamente varia. Richiede poco lavoro, ma un'attenta scelta delle piante, arbusti, e fiori da piantare.
Il nostro futuro non avrà luogo nei condomini, bensì nella campagna, abbracciati agli alberi o distesi sulla nostra madre terra, con gli occhi fissi sul cielo ed i grilli canterini nelle orecchie.
Lasciati incantare da questo documentario:
In questo periodo, le sue ricerche lo portarono a delineare il concetto di ritmo magnetico Sole-Terra, un'ipotesi che restò priva di riscontri scientifici.
Ighina dichiarò nel suo libro di aver scoperto ed osservato l'"atomo
magnetico" tramite un particolare microscopio di sua invenzione, e di
averlo diviso in monopoli magnetici: il monopolo positivo sarebbe l'energia solare, che arriva alla terra in forma spiraliforme e riscalda tramite frizione,
mentre dalla terra partirebbe il monopolo negativo che si ricondurrebbe
al sole tramite un ciclo a spirale contraria. Lo scontro tra queste due
ipotetiche particelle pulsanti creerebbe la vita e la materia, ognuna
caratterizzata da un proprio ritmo.
Sempre secondo Ighina, al centro del sole vi sarebbe un cuore magnetico che pulsa al ritmo del cuore umano.
Le rivendicazioni sui rapporti con Marconi
Ighina sostiene di aver lavorato con Guglielmo Marconi, dopo averlo conosciuto per caso, grazie ad un conte di Imola
lontano parente di entrambi, e di essere in seguito diventato suo
assistente, coadiuvandolo in numerose scoperte pur rimanendo nell'ombra .
Nel 1937, il medesimo anno della morte di Marconi, Ighina ritornò a
Imola. Ad Imola fondò
il "Centro internazionale di studi magnetici" in viale Romeo Galli 4,
che nonostante il nome prese la forma di una associazione senza fini
accademici.
Ighina sosteneva, grazie alle invenzioni da lui rivendicate, di poter rigenerare cellule morte, allontanare terremoti e allontanare o avvicinare nuvole.
Un resoconto di queste attività venne pubblicato in un libro del 1954, L'atomo magnetico
che raccoglieva idee quali una "valvola antisismica", ipotetici metodi
alternativi per la trasmissione di immagini televisive, ipotesi su come
effettuare analisi del suolo in profondità, annullare radiazioni e
inquinamento e produrre energia elettrica dal nulla. Nessuna di queste
invenzioni risulta mai testata in condizioni di verifica sperimentale né
brevettata: Ighina stesso, in una intervista a Report
rilasciata all'età di 90 anni, affermò che tutte le volte che ha
proposto a qualcuno le sue "invenzioni" non ha mai avuto riscontri
positivi, spiegando ciò con motivazioni di natura complottistica. Ad esempio a proposito della "macchina della pioggia" Ighina disse: «Ho mandato questa idea in Africa. Sa cosa mi hanno detto? Se la prenda e la porti via perché noi guadagniamo sulla mancanza di acqua» .
Ha inoltre dichiarato di non voler brevettare alcuna delle sue
invenzioni, perché «il sapere è una cosa comune ed è giusto che venga
utilizzata da tutti».
La "macchina della pioggia" era un marchingegno composto da una
grossa elica da elicottero rivolta verso l'alto, e da due gruppi di
tubi, i primi si trovano in superficie, i secondi sottoterra. Entrambi
erano caricati con polvere di alluminio. Secondo l'ipotesi di Ighina, non supportata da alcun riscontro scientifico, i tubi si caricherebbero con l'energia solare
che sarebbe poi usata per produrre l'allontanamento delle nuvole
qualora l'energia emessa fosse di "polarità positiva" (in quanto
entrerebbe in contrasto con la presunta "polarità positiva" delle
nuvole), mentre qualora l'energia rilasciata dai tubi fosse "negativa"
tale polarità farebbe sì che si inneschi un processo di attrazione che
determinerebbe l'avvicinamento delle nuvole fino al raggiungere uno
stato di nuvolosità che permette lo scatenarsi della pioggia.
Ighina sosteneva di temere per la sua vita a causa di quella che
riteneva la "scomodità" delle sue invenzioni: in un'intervista a Report
affermò: "Se mi prendono mi fanno fuori".
Ighina morì a 95 anni nella sua casa di Imola; ancora oggi alcune sue idee hanno un seguito tra gli appassionati di pseudoscienze e nell'ambiente del complottismo, pur non avendo ottenute prove di funzionamento pratico e non essendo riconducibili alle conoscenze scientifiche assodate.
Oggi vorrei postarvi due video che mi hanno toccato profondamente.
Trattasi della storia di Susan Boyle, scozzese, 47 anni nel 2009, e di Choi Sung-Bong un 22enne coreano che hanno partecipato rispettivamente a England's got Talent e Corea's got talent.
Susan, vissuta con la madre, morta due anni prima del talentshow, e perloppiù disoccupata da una vita, aveva un solo sogno nel cassetto: diventare brava quanto la sua cantante preferita:Elaine Paige, come dire voler cantare come Mina. Aveva studiato canto per una vita, ma avendo sofferto mancanza d'ossigeno alla nascita, era cresciuta con difficoltà d'apprendimento ed essendo presa in giro dai bambini, aveva iniziato ad isolarsi.L'unico svago era il canto, coltivato per una vita, l'unico sogno nel cassetto:diventare una cantante vera. Un sogno ormai in declino, vista l'età, la non presenza scenica e la bellezza non proprio avvenente. Ma quando uno ha un dono, è difficle nasconderlo per una vita intera e come si dice in inglese, "beauty's only skindeep", la bellezza ha lo spessore della pelle, intendendo con ciò che c'è una bellezza esteriore soggetta al degrado ed una interiore.
Passiamo alla storia di Choi Sung-Bong che si presenta al torneo all'età di 22 anni. Rimane isolato dal resto dei concorrenti, finché non lo chiamano e una volta sul palcoscenico, interrogato sul perché abbia lasciato libero il campo famiglia nel formulario di ammissione racconta la sua storia. Messo in orfanotrofio a tre anni e soggetto a percosse, decide di scappare all'età di cinque. Da allora vive sulla strada, mantenendosi vendendo cerini o altri piccoli oggetti. Cresciuto del tutto solo, senza alcun tipo di affetto o attenzione da parte di nessuno una sera approda davanti ad un night e sente cantare un uomo dal vivo. Da allora, come autodidatta, impara a cantare per poi approdare al talentshow.
Ovviamente è strappalacrime, ma merita di sicuro: